BERLINO, una Casa di Carta con più Amore e meno Crimine




Era la Serie più attesa di fine 2023, quella che ci ha fatto chiudere l’anno e aprire quello nuovo con un pizzico di nostalgia ripensando a dove tutto ebbe inizio, ovvero quella “Casa di Carta” divenuta simbolo di Rivoluzione, potere al popolo, strategia sofisticata, amori improbabili, scontri, Davide contro Golia, lo Stato nel senso più opprimente del termine, sconfitto dai partigiani novelli Robin Hood che poi alla fine il tesoro confiscato ai ricchi se lo tengono ma poco importa. 


L’aspettativa era alta e dobbiamo ammettere che non c’è stata delusione, nel senso più pratico del termine anche se ciò che abbiamo visto, pur frutto della stessa scrittura di “La Casa di Carta”, è a tratti completamente diverso, deludendo magari gli spettatori più fanatici ed intransigenti, quelli duri e puri, quelli che vogliono lo stesso filone, la stessa traccia, lo stesso risultato. 


Badate bene, c’è un piano machiavellico da portare a termine, l’ennesima rapina del secolo quasi perfetta, una banda in apparenza sgangherata ma in realtà piena di talenti nascosti, amori impossibili che nascono, crescono e muoiono nel tempo stesso del grande colpo, insomma tutti gli ingredienti che ci hanno fatto innamorare della “Casa di Carta” originale ma questa volta c’è qualcosa di diverso. 


L’Amore è più importante della rapina, il sentimento supera di gran lunga l’eccitazione del grande colpo, le riflessioni sulla vita, sull’innamoramento, sul senso delle cose, annebbiano l’adrenalina di un piano studiato per mesi nei minimi dettagli. 


Non vogliamo dire che “Berlino” abbia perso il senso stesso della serie originale anzi, le distanze tra le due realtà probabilmente sono volute e incarnano la personalità del Protagonista, un ladro gentiluomo, romantico, un Lupin spagnolo insomma, un criminale con il quale ci si ritrova in un empatica sinergia anche se noi spettatori neanche sapremmo rubare una merendina al supermercato ma attraverso di lui, sentiamo che togliere quella ricchezza al potere, è un atto che va oltre il furto stesso ma rappresenta una rivincita anche per noi comuni cittadini. 


Però, ripensando al “Professore”, alla tensione di quelle rapine, agli scontri con l’autorità che ne usciva alla fine sempre sconfitta, resta un pizzico di nostalgia che “Berlino” non porta via ma sicuramente è meglio così, “La Casa di Carta” resta immortale, unica, irripetibile. 


Articolo a cura del Nostro Correspondent Creator Davide Gerbino per ToMyChart e DG Network